“La nemica del Recovery Plan è la mala burocrazia. Il successo delle misure del Piano per far ripartire l’economia dipende da rapidità di progettazione, efficienza nella gestione e attuazione amministrativa, accessibilità immediata per le piccole imprese”. Sono le condizioni indicate dai rappresentanti di Confartigianato durante l’audizione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza svoltasi davanti alle Commissioni Bilancio e Politiche dell’Ue del Senato.
La Confederazione ha ribadito la necessità di puntare su interventi che valorizzino le capacità e le potenzialità delle piccole imprese italiane e che rimuovano gli storici ostacoli alla competitività del nostro sistema produttivo.
“Questa – secondo Confartigianato – è l’ultima chance: non possiamo proprio permetterci i ritardi e le complicazioni che hanno bloccato e fatto fallire tante riforme e progetti di sviluppo annunciati in questi anni. Per questo condividiamo e apprezziamo quanto affermato dal Presidente del Consiglio Draghi in merito al modello ‘Ponte Morandi’ da seguire per liberare i percorsi amministrativi dalle procedure e dagli appesantimenti inutili”.
“Le piccole imprese – hanno sottolineato i rappresentanti di Confartigianato – non aspettano altro che segnali concreti per rimettersi in moto sia con misure strutturali di riduzione della pressione fiscale e semplificazione degli adempimenti burocratici, sia facilitandone l’accesso a nuovi strumenti di finanza d’impresa, alla ricerca e ai progetti di innovazione digitale e tecnologica, di transizione ecologica e di internazionalizzazione”.
In particolare, la Confederazione ha richiamato la necessità di investimenti in infrastrutture materiali e immateriali di collegamento delle persone, delle merci e delle informazioni, di rendere stabili gli incentivi per le ristrutturazioni in edilizia, prorogare a tutto il 2023 il superbonus 110% e valorizzare gli appalti a km0.
Sul fronte del lavoro, oltre a sollecitare l’eliminazione dei vincoli e delle limitazioni sui contratti a termine, Confartigianato ha chiesto “politiche attive e rilancio della formazione tecnica e professionale dei giovani, interventi per il trasferimento d’impresa e di competenze, a cominciare dall’apprendistato quale canale privilegiato di ingresso nel mondo del lavoro”. Ha poi ribadito il no ad un unico ammortizzatore sociale identico per tutti i settori: “Bisogna migliorare gli ammortizzatori sociali ampliandone le tutele, ma garantendo e valorizzando le specificità settoriali come quella dell’artigianato”.