Ritenute sugli appalti, le imprese al Ministro: fermatevi o si va in tilt

Posted By Daniela Montalbano on Feb 13, 2020 | 0 comments


Fermatevi, raddrizzate la rotta o, almeno, date alle imprese più tempo per adeguarsi. A chiederlo sono le imprese di Confartigianato e di altre associazioni di rappresentanza che, carta e penna alla mano, hanno indirizzato una nota al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri lanciando l’allarme rosso a proposito della nuova normativa legata al codice appalti.
A destare preoccupazione sono soprattutto le nuove norme sulle ritenute che, a giudizio unanime degli operatori del settore, rischiano di mandare in tilt le attività.
Chiare le parole degli imprenditori e dei loro rappresentanti, Confartigianato in testa: «Ci sono ancora molti profili che richiedono ulteriori approfondimenti per consentire l’adeguamento dei processi gestionali e amministrativi, sia delle imprese committenti sia di quelle esecutrici. Infatti poter confidare su un quadro regolatorio chiaro in tutti gli aspetti è un presupposto imprescindibile per consentire alle imprese di riorganizzare, una volta per tutte, i processi amministrativi e gestionali e di eseguire correttamente i nuovi adempimenti che, altrimenti, si pretenderebbe di ottenere “al buio” dal prossimo 17 febbraio».
Come dire: manca ancora la chiarezza normativa necessaria per dare attuazione agli obblighi introdotti dalla legge 157 del 19 dicembre 2019 (conversione del Decreto Fiscale). Di qui, l’istanza di soppressione delle nuove regole in materia di ritenute negli appalti o, almeno, la necessità di procrastinarne l’entrata in vigore al primo luglio 2020, applicandole ai contratti stipulati dal primo gennaio 2020, rivedendone i meccanismi di applicazione.
Il punto è sostanziale: c’è chi teme che la nuova disciplina possa bloccare l’attività di interi settori, mettendo in ulteriore difficoltà un comparto già in crisi.
Gli imprenditori, e le associazioni di categoria, rivendicano inoltre un sistema automatizzato e digitalizzato di rilascio dei certificati per evitare il rischio ingolfamento degli Uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.
Al ministro Gualtieri non sono comunque mancate le aperture da parte del mondo delle aziende, disponibili sin d’ora a individuare soluzioni alternative che – a parità di efficacia – evitino oneri spropositati derivanti da nuovi e insostenibili compiti di controllo.