MEDIA – Confartigianato su QNEconomia: ‘Dialogo scuola-lavoro per il futuro del made in Italy e dei giovani’

Posted By Daniela Montalbano on Giu 21, 2021 | 0 comments


“La scuola, il sistema della formazione devono imparare ad insegnare la cultura del lavoro. Ne va del futuro delle nostre imprese, del made in Italy, dell’occupazione giovanile”. Parole del Presidente di Confartigianato Marco Granelli rilanciate in un ampio approfondimento  pubblicato oggi su QNEconomia, l’inserto settimanale dei quotidiani Il Giorno, il Resto del Carlino, La Nazione.

Ecco il testo dell’approfondimento

Nel nostro paese, rileva l’Ufficio studi di Confartigianato, la spesa pubblica destinata al sistema formativo è inferiore di 1,1 punti percentuali rispetto alla media dell’OCSE. La quota di giovani under 30 che studiano, o sono in formazione, e che lavorano è pari ad appena il 3,8% del totale ed è sensibilmente inferiore alla media Ue del 13,5%. La quota sale al 24,7% in Germania, grazie alla sua lunga tradizione del modello di formazione duale, che alterna scuola e lavoro.
In particolare, nel 2020, i giovani tra 15 e 29 anni non occupati né impegnati in percorsi di istruzione o attività formativa sono il 23,3% del totale, quasi dieci punti in più del 13,7% della media UE.

Risultato: le imprese faticano a trovare manodopera qualificata e i giovani non trovano lavoro. Un problema che continua a manifestarsi anche in questa fase di crisi e che interessa in particolare le piccole imprese. Secondo Confartigianato, infatti, tra le imprese artigiane la difficoltà di reperimento di personale è addirittura superiore alla media: nel 2020 era al 38,2% la quota di manodopera introvabile e a maggio 2021 si attesta al 30,9%. E sono proprio le micro e piccole imprese a richiedere competenze digitali per il 58,6% delle assunzioni previste, mentre per il 51,2% è richiesta la capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici ed infine per il 36% del personale da assumere viene richiesta capacità di gestire soluzioni innovative nell’ambito di ‘impresa 4.0’, applicando tecnologie robotiche, big data analytics, internet of things ai processi aziendali.

Aspettative che, secondo Confartigianato, rendono necessaria una svolta nel nostro sistema formativo. Il PNRR, che alla missione ‘Istruzione e ricerca’ destina 33,81 miliardi deve essere l’occasione per una ‘rivoluzione’ nell’orientamento scolastico e professionale che favorisca il collegamento tra scuola e mercato del lavoro e riduca il mismatch tra domanda e offerta. La via maestra per raggiungere questi obiettivi – sottolinea la Confederazione – parte dal rilancio dell’alternanza scuola-lavoro e dell’apprendistato duale. In particolare, l’Organizzazione degli artigiani e delle piccole imprese ritiene fondamentale sostenere gli Istituti Professionali e gli Istituti Tecnici per la formazione del personale richiesto dalle imprese e di difficile reperimento.
In questo ambito l’Italia ha un rilevante patrimonio di istruzione tecnico-professionale con una diffusa rete di 3.858 scuole tecnico-professionali, di cui 2.345 istituti tecnici e 1.513 istituti professionali.
Altrettanto indispensabile investire sugli Istituti Tecnici Superiori (ITS) considerati un laboratorio per la formazione di nuove competenze e profili professionali di livello superiore adeguati a rispondere alla sempre maggiore richiesta di competenze digitali.

Ma le risorse del PNRR dovranno servire anche al sostegno della capacità innovativa delle piccole imprese che si stanno mostrando le più dinamiche negli investimenti in ricerca e sviluppo. Secondo i dati più recenti dell’Istat, nel 2018 hanno fatto segnare un aumento del 15,8% della spesa in R&S, superiore di oltre otto punti al +7,4% registrato dalla media delle aziende. Il migliore andamento si conferma anche nel lungo periodo: tra il 2013 e il 2018 la spesa in ricerca e sviluppo delle micro e piccole imprese è cresciuta al ritmo del 18,5% all’anno, a fronte del +12% delle medie imprese e del +3,2% delle grandi imprese. Un trend che Confartigianato chiede di accompagnare rafforzando il trasferimento di innovazione e tecnologia nelle Pmi con incentivi per attività di consulenza, formazione, riorganizzazione, ad esempio attraverso i Digital Innovation Hub e gli Innovation Manager. La Confederazione chiede anche di favorire l’inclusione delle micro e piccole imprese nella ricerca con misure specifiche integrate nei programmi di sostegno.

“La scuola, il sistema della formazione – sostiene il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – devono imparare ad insegnare la cultura del lavoro. Bisogna sconfiggere l’odiosa separazione tra lavorare e studiare. Oggi serve, al contrario, un’estrema permeabilità tra formazione e attività pratica in azienda. Nella ricostruzione post pandemia bisogna puntare su lavori di qualità e per questo serve una formazione di qualità per preparare le professionalità di cui gli imprenditori lamentano la carenza. Purtroppo in Italia si investe poco nell’istruzione tecnica e professionalizzante. La realtà ci dice che le piccole imprese sono la risposta alla necessità di preparare i giovani ad entrare in un mercato del lavoro che richiede competenze tecniche evolute imposte dalla rivoluzione digitale. Il PNRR è l’occasione irripetibile e imperdibile per investire sulla formazione delle competenze e sull’innovazione tecnologica e digitale. Solo così potremo continuare a garantire l’eccellenza manifatturiera made in Italy e assicurare ai giovani un futuro di buona occupazione”.

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