Il mare, i porti, l’Italia e la Cina: una storia di navigazione economica -SUI PORTI (ITALIANI) SVENTOLA BANDIERA CINESE

Posted By Daniela Montalbano on Giu 23, 2019 | 0 comments


E’ stato presentato a Milano, il rapporto annuale “Cina 2019. Scenari e prospettive per le imprese”. L’accento si è posto su alcuni dati: «L’interscambio complessivo pari a 44 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto al 2017, e il volume d’affari che fa della Cina il settimo partner commerciale dell’Italia e il nono mercato di sbocco per l’export tricolore», scrive il Corriere della Sera, che, con il quotidiano “Il Sole 24 Ore” sottolinea la volontà della Fondazione Italia-Cina di «contrastare le spinte al protezionismo cinese e di rafforzare il sistema del commercio internazionale imperniato sull’Organizzazione Mondiale del Commercio, opportunamente riformata per essere in grado di affrontare le nuove sfide che abbiamo di fronte», ha detto il premier Giuseppe Conte.
Il punto sul quale riflettere, dopo la firma – avvenuta mesi fa – del Memorandum of Understanding per la collaborazione tra Italia e Cina nel quadro della Belt and Road Initiative (Bri), è questo: «La Via della Seta marittima offre importanti prospettive di crescita all’intera regione del Mediterraneo.
Basti ricordare che oltre il 90% dei traffici commerciali tra Asia e Europa avviene ancora via mare». Ed è il mare, quello italiano, che sta interessando la Cina.
Nel dettaglio, i porti di Trieste, Venezia e Genova. Questi, insieme, dovranno rappresentare un «Tridente» in grado di portare ad un consorzio tra le imprese coinvolte nelle aree portuali. A ciascun porto, il suo ruolo: «Trieste e Genova avrebbero quello logistico-portuale più importante: l’uno come porta di accesso all’Europa centro-settentrionale-orientale; l’altra verso la parte occidentale del continente», scrive il quotidiano economico.
Venezia, invece, potrebbe diventare il «quartiere generale europeo della Bri. La base delle istituzioni finanziarie pubbliche e private cinesi e italo-cinesi, compresa la sede dell’Asian Infrastructure Investment Bank». L’auspicio della Fondazione Italia-Cina, è però questo: «Evitare semplici rapporti di cessione di infrastrutture in concessione e dare il via, invece, a joint ventures paritarie».
La partita va giocata fino in fondo, perché il mercato cinese è e diventerà un’opportunità soprattutto per il mercato italiano e soprattutto nel mercato del lusso: nel 2025 si «attende che il 46% dei consumatori proverranno proprio da Paese del dragone», sottolinea il Corriere della Sera.
DL CRESCITA: IL TESTO FINALE GUARDA ANCHE ALLE IMPRESEIl testo approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che ora passa all’esame dell’Aula, dovrà poi essere approvato definitivamente dal Senato entro il 29 giugno.
Vediamo le principali novità riportate da “Il Sole 24 Ore”:
➡️Taglio delle tariffe Inail. Il taglio sarà di 600 milioni l’anno, ma solo a partire dal 2023➡️Moratoria sanzioni scontrini fiscali. Doppio intervento sulla trasmissione telematica di scontrini e ricevute all’agenzia delle Entrate, che interesserà dal 1° luglio commercianti ed esercenti con volume d’affari fino a 400mila euro e poi tutti gli altri dal 2020➡️Trasformazioni digitali. Si abbassano i criteri per accedere alle agevolazioni alle imprese che affrontano la trasformazione digitale: per progetti con spese di almeno 50mila euro (non più 200mila) e per aziende con almeno 100mila euro di ricavi (non più 500mila)➡️Sconti per auto e moto elettriche. Via libera all’estensione delle agevolazioni già previste per l’acquisto di ciclomotori, moto e microcar elettriche o ibride,➡️Bonus per partecipazione a fiere italiane. Credito d’imposta del 30% per le aziende che partecipano a fiere internazionali ma anche a quelle che si svolgono in Italia,Made in Italy. Al via la possibilità di utilizzare sulle merci l’emblema della Repubblica, il cosiddetto “Stellone”, accanto alla dizione “Made in Italy” a fini di promozione, tutela della proprietà intellettuale e commerciale,➡️Fondo “salva-opere”. Via libera all’istituzione al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di un apposito Fondo “salva-opere” per garantire il «rapido completamento» delle opere, tutelare i lavoratori e le imprese sub-appaltatrici che vantano crediti da imprese che vanno in crisi.
IL RICONOSCIMENTO DI “CITTA’ CREATIVA” A COMO E BIELLAUna curiosità: l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) ha detto “no” a Firenze. Il capoluogo toscano non diventerà “città creativa”, riconoscimento che invece andrà a Como e Biella, le candidature delle due città saranno sottoposte al board internazionale dell’Unesco, a Parigi.

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