EDILIZIA: Coronavirus – l’edilizia lascia a terra 800mila lavoratori. Si rischia il collasso

Posted By Daniela Montalbano on Apr 8, 2020 | 0 comments


Nonostante il calo dell’ultimo trimestre, il risultato complessivo per l’anno 2019 in Italia è stato debolmente positivo, con una crescita del Pil pari allo 0,3% (era stata dello 0,8% nel 2018). Eppure, il risultato negativo dell’ultimo trimestre non ha impedito al settore delle costruzioni di segnare la performance migliore tra i grandi comparti, con un incremento del 2,6%.
All’inizio del nuovo anno, prima che la crisi connessa con l’epidemia di Covid-19 cominciasse a colpire la Cina, gli indicatori congiunturali hanno mostrato un recupero in Italia, come nell’insieme dell’Unione europea. L’indice della produzione industriale ha registrato, a gennaio, un forte rimbalzo rispetto al calo di dicembre, portandosi su un livello significativamente superiore a quello dei mesi autunnali.


Ancora più forte è stato il recupero del settore delle costruzioni, la cui produzione ha toccato in gennaio un livello particolarmente elevato, superiore di circa il 5% rispetto a quello di un anno prima.
Dalla metà di febbraio, quando l’ansia nei confronti dell’emergenza sanitaria ha iniziato ad aumentare, gli indici del clima di fiducia dei consumatori hanno accusato i primi colpi. E gli effetti negativi del Coronavirus, come era purtroppo prevedibile, hanno messo al tappeto anche il comparto delle costruzioni, che è stato costretto a lasciare a casa circa il 61% degli addetti.


La sospensione delle attività produttive non essenziali in contrasto alla diffusione del virus, prevista dal primo Dpcm del 22 marzo (e il successivo Dm Mise del 25 marzo), ha riguardato anche i cantieri e l’edilizia privata e ha coinvolto, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, oltre 800 mila lavoratori edili. Di tutti questi addetti, che ora non stanno più lavorando in cantiere, circa la metà – ben 339mila persone – sono lavoratori autonomi, di cui 252mila senza dipendenti, mentre 87mila operatori hanno a loro volta uno o più lavoratori che dipendono. Gli altri lavoratori dell’edilizia rimasti senza un lavoro sono invece dipendenti: 385mila con un contratto a tempo indeterminato, e altre 92mila persone a tempo determinato.


Sempre secondo l’Istat, dal punto di vista delle unità lavorative delle costruzioni la sospensione ha riguardato il 70% del totale, con 365.432 unità lavorative ferme su 523.105.

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