Coronavirus, il giorno più difficile dall’inizio dell’emergenza.

Posted By Daniela Montalbano on Mar 5, 2020 | 0 comments


Dal governo arriva un nuovo Dpcm (Decreto della presidenza del consiglio dei ministri) che impone nuove misure e restrizioni che puntano al contenimento della diffusione del contagio, stavolta allargate a tutto il territorio nazionale, come la chiusura delle scuole e delle università fino al 15 marzo e lo stop agli eventi e alle manifestazioni (incluse quelle sportive che non siano a porte chiuse).

Evitare ogni genere di affollamento, rispettare la distanza interpersonale di un metro, sensibilizzare in modo ancora più incisivo le persone sulla necessità di una rarefazione della vita sociale, sono le soluzioni individuate dal Governo per cercare di frenare un’epidemia che non accenna, nei numeri e nella percezione, a rallentare la sua diffusione, non più solo nelle Regioni del Nord ma ormai in tutto il Paese. Per le imprese lombarde non ci sono particolari novità: il nuovo Dpcm infatti conferma la misura già adottata nel precedente provvedimento per favorire l’utilizzo delle modalità di “lavoro agile”, senza però renderle obbligatorie.

La sfida del coronavirus – le parole del premier Giuseppe Conte – «non ha colore politico, è una sfida di tutti e chiama a raccolta l’intera nazione». Il prossimo passo, il più atteso da tutto il mondo economico e produttivo, è quello del decreto economico da 3,6 miliardi per reagire alla crisi innescata dall’emergenza sanitaria. Conte sa che le risorse non bastano, ma promette: «Chiederemo all’Unione Europea tutta la flessibilità necessaria, e l’Europa dovrà venirci incontro». Le misure eccezionali in fase di studio, dalla cassa integrazione in deroga al piano straordinario di opere pubbliche e private applicando il modello del Ponte Morandi di Genova, vedranno la luce settimana prossima con il decreto economico e successivamente in un terzo decreto che proverà a recepire ulteriori margini di flessibilità sulla spesa in deficit.

Per quanto riguarda le misure contenute nel Dpcm del 4 marzo, all’articolo 1, “Misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus COVID-19”, vengono prescritti:

– la sospensione di congressi, riunioni, meeting ed eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o personale incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità
– la sospensione di manifestazioni ed eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro
– la sospensione di eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, a meno che non si svolgano a porte chiuse
– lo sport di base e le attività motorie in genere, all’aperto o all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro
– la sospensione dei servizi educativi e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, comprese le università (attivando, ove possibile, modalità di didattica a distanza)
– la sospensione dei viaggi d’istruzione, iniziative di scambio o gemellaggio, visite guidate e uscite didattiche
– il divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso e l’accesso limitato per parenti e visitatori nelle RSA
– la possibilità di applicare lo smart working (lavoro agile) da parte dei datori di lavoro ad ogni rapporto di lavoro subordinato, anche in assenza di accordi individuali
– la proroga dei termini per le prove d’esame
– protocolli sanitari ad hoc per i nuovi ingressi negli istituti penitenziari e negli istituti penali per minorenni

Le misure contenute nel nuovo DPCM non cancellano quelle previste dagli articoli 1 e 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, che aveva introdotto una serie di misure per il contenimento del contagio nel territorio della “zona rossa” e in quello delle Regioni Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e nelle province di Pesaro-Urbino e Savona