“Un’autonomia differenziata che unisce l’Italia, ispirata all’obiettivo di ridurre le disuguaglianze oggi presenti nel Paese”. Così Francesco Boccia, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, ha sintetizzato le finalità del disegno di legge quadro sull’autonomia differenziata nel corso dell’incontro svoltosi oggi a Roma con la Giunta Esecutiva di Confartigianato.Il Ministro ha risposto alle osservazioni e alle richieste di chiarimento del Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti e dei Presidenti e Segretari del Sistema Confederale che hanno espresso le aspettative dell’artigianato e delle piccole imprese, diffusi e radicati sul territorio e che rappresentano la stragrande maggioranza delle aziende italiane, per una riforma che valorizzi le specificità produttive a livello locale e migliori l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici in un quadro di politiche nazionali finalizzate alla crescita e alla competitività.
Il Ministro Boccia ha sottolineato che “le imprese chiedono tempi certi e uno Stato affidabile. Ma lo Stato non è soltanto l’Amministrazione centrale e i Ministeri: sono anche i Sindaci, i Presidenti di Regione, tutti i rappresentanti delle istituzioni. Il disegno di legge di attuazione dell’autonomia, che significa sussidiarietà, deve garantire servizi che oggi non vengono assicurati in tutto il Paese, da Nord a Sud e tra aree diverse del Nord e del Sud. Il patto politico che ha portato all’unanimità sul disegno di legge è stato quello di togliere alcuni temi che erano di propaganda e generavano conflitto e puntare invece sugli obiettivi della sussidiarietà, vale a dire ridurre le diseguaglianze e garantire la necessaria perequazione infrastrutturale, intervenendo ad esempio sul Mezzogiorno e sulle aree interne e di montagna, contrastando lo spopolamento”.
“Il patto politico che è scaturito – ha spiegato il Ministro – prevede che alle Regioni, ai Comuni, agli enti locali bisogna dare molti più poteri amministrativi perché bisogna accorciare i tempi per dare risposte alle imprese. Se l’impresa fa una domanda deve avere una risposta rapida, se decide di fare un progetto di investimento deve poterlo realizzare in tempi certi. Le richieste delle imprese sono uguali in ogni parte del paese: si deve sapere chi decide e in quali tempi. Così come le richieste di attenzione al territorio sono identiche: infrastrutture, servizi alla persona, fibra ultraveloce, scuole a tempo pieno. Il patto politico è sulla riduzione delle diseguaglianze: in questo modo ci stiamo dentro tutti, indipendentemente dai colori politici e dalla collocazione geografica, e serve sia alle imprese che ai lavoratori”.
“Do importanza massima all’unità dei livelli istituzionali. In questo senso – ha aggiunto il Ministro – il tavolo unitario con le Regioni, il confronto con i Sindaci metropolitani è fondamentale. Oggi, dopo tre mesi di lavoro, tutte le Regioni, di ogni colore politico, del nord e del sud, sono sedute al tavolo dell’autonomia differenziata e hanno condiviso, con il meccanismo di una legge quadro, un perimetro comune da rispettare in caso di firma delle intese. Questo è il nodo politico rilevante e non ho nessuna intenzione di fare alcun passo indietro perché significherebbe tornare al caos per il caos. Ora il Parlamento deve fare tesoro di questa convergenza e unirsi, perché questa non deve essere una riforma di alcuni contro altri, di alcuni partiti contro altri, deve esser la riforma di tutti e per il Paese”. “Se non si danno ai cittadini e agli imprenditori risposte chiare – ha concluso il Ministro – a causa di liturgie politiche che nulla hanno a che fare con l’autonomia, avremo perso un’occasione per rendere lo Stato più forte e, finalmente, più snello”.